Alessio Trerotoli (dalla serie Urban Melodies)

Città

In questa città stipata di uomini e di auto

che ingolfano le strade e ci spingono contro i muri

c’è spazio per le mie mani e i tuoi capelli?

Ci lascerà toccare le nubi oltre le case,

tenere fermo il sole nell’azzurro che imbruna?

Vedo le nostre bocche ferite dal frastuono

i nostri corpi insanguinati stendersi

nell’erba dolorosa di rugiada.

Con le mie mani consolerò i tuoi occhi.

Tu offrimi la notte dei tuoi capelli.

  1. giuliana scrive:

    Una domanda dolorosa fa da incipit a questa nuova, splendida nella sua essenzialità, poesia. Quasi un monito a riflettere sullo scorrere caotico della nostra esistenza.
    Una chiusa che è speranza e catarsi a un tempo; una promessa che ognuno anela si realizzi sulla propria pelle, nella propria vita.

    Le mani della persona amata a consolare gli occhi, la seta dei capelli di lei a donare la notte, simbolo di pace, di tregua.

    Versi che si teme di sciupare aggiungendo parole.

  2. paola bruna scrive:

    Il frastuono a cui fa riferimento la poesia non è il rumore esterno, ma le tante sollecitazioni che la vita attuale pone in essere che possono far perdere di vista il senso vero, l’essenziale.
    L’essenziale però per la sua speciale essenza è destinato a ricomparire per riprendersi lo spazio e lo fa in tanti modi, anche ispirando una bella poesia, come questa.
    Molto apprezzata.

Replica a giuliana