Marzia Dottarelli, Senza titolo (Mosaico - particolare),2013

Dagli un nome

Tra il tuo volto chiuso nel dolore

- gli occhi a cancellare un’impossibile vita -

e la maschera che ti cammina accanto

illuminata da un segreto amore

c’è un’ombra

una bocca che tace colma di parole

di singhiozzi repressi e una mano al petto

a trattenere il velo che protegge

la tua anima nuda.

Se una voce odi mentre il vento cade

nel ricordo di un’alba che ti scalda il ventre

di giovani colori e di profumi

il fuoco della sera ti trascina lontana

dalle finestre spente della casa

lungo le strade tra campi abbandonati

che si perpetuano nel buio all’infinito

torna a guardare indietro e dai un nome

al sentimento che ti brucia dentro.

Chiamalo angoscia, sconfitta abbandono

perdita, rinuncia, dagli un nome e un viso

che si trasformi in carne e sangue, che perisca

e porti via con sé la maschera e l’ombra.

  1. tinamannelli scrive:

    La maschera che ci cammina accanto….quel recitare una parte che non vorremmo e fra noi e la maschera c’è il nostro “io” che vorrebbe poter dire quello che sente veramente. Come dare un nome a quel che ci accade? tu dici sconfitta o angoscia o rinuncia o perdita…forse il tutto messo assieme. Bisognerebbe trovare il coraggio e distruggere la maschera e tornare ad essere noi stessi. Che dire sono davvero dei versi superbi…stupenda l’immagine. Grazie poeta

  2. Catia scrive:

    Bellissima !!! Arriva davvero all’anima nuda.

    Complimenti per il sito Marcello!!

    A presto Catia

  3. Dony scrive:

    Sempre ammirata dalla tua bravura, Marcello!

  4. Gabriella Barattia scrive:

    Cancellare i rimpianti che rendono dolorosa la nostra vita. Recuperare i ricordi, farli uscire dalla dimensione di sogno di ciò che non è stato, dare loro una dimensione reale per poterli annullare . Questa poesia di Marcello mi ha ricordato la poesia “Song” del poeta inglese Meredith. Riporto qui gli ultimi versi:

    Should thy love die;
    O dissemble it! smile! let the rose hide the thorn!
    While the lark sings on high,
    And no thing looks forlorn,
    Bury it, bury it, bury it where it was born.

  5. paola pdr scrive:

    Potessimo fare questo, quanta vita potrebbe essere recuperata e investita in altro.
    Cosa ci trattiene al ricordo, all’ombra, anche al non detto rallentando e intristendo certi nostri giorni?
    A noi pare di amare sempre allo stesso modo, come se fossimo sempre la stessa persona.
    Forse non è così. Ogni storia è nuova, anche noi siamo diversi, mai gli stessi.
    Ogni caduta è un nuovo dolore, un’ombra, quasi uno sfregio a tanta vitalità investita.
    Ogni volta che si ama si aprono tante porte interiori anche poco visitate che rimandano un progetto di rinnovamento energetico e spirituale non indifferente.
    Per incontri così speciali che si perdono, sicuramente le ombre che si creano e permangono nel tempo sono effetti collaterali giustificati.

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