Beatrice Borroni, Elle, 2013

Elle

Elle di  Libertà

per me che guardo

dal buio della stanza

tu al balcone affacciata

in una notte luminosa di speranze

mentre la luna lascia in ombra il viso

dove s’insinua un sogno

illumina il tuo corpo

e lo riveste di una lunga

seta colore del tramonto.

Ed io mi perdo in te, nel desiderio

di toccarti,

averti tra le braccia

di vederti nuda

possederti un giorno.

Libertà che fuggi nascondendoti

nelle lunghe attese

nella malinconia d’un’eterna giovinezza

che fugge insieme a te

che ti fa bella ma ti fa lontana

come il tuo sguardo che non vede nulla

come le mani abbandonate e vane

che promettono dolcezza ma non danno pace.

  1. Gabriella Barattia scrive:

    Elle presenta due figure: una donna reale e una donna simbolo, che si confondono, si sovrappongono, si alternano. Una donna affacciata al balcone: il gesto di affacciarsi al balcone rappresenta una tensione verso la libertà , e questa idea è confermata dall’espressione “luminosa di speranze”. Però il poeta afferma di guardare “da uno spiraglio BUIO,” mentre la luce è quella della luna e intorno c’è l’oscurità della notte, il viso è in ombra e la seta è colore del tramonto: tutte immagini che contraddicono il senso di luce che può suscitare l’idea della libertà. Ma comprendiamo anche che per l’autore la libertà è piena di ombre, è irraggiungibile, illusoria.

    La donna-libertà ama essere amata, ma teme di essere solo apparenza, che conoscendola più a fondo si capisca che è una pura illusione. E se il poeta afferma” E io mi perdo in te”, nel desiderio di libertà, questa però è un sogno che nella visione del poeta non può che essere percepita come illusoria. La seconda parte , che si riferisce direttamente alla libertà, rende perfettamente l’idea della sua inafferrabilità che promette e nulla mantiene. La libertà non può essere posseduta dall’uomo, come una donna non può essere posseduta: se ne può cogliere il profumo, l’immagine, ma non l’essenza. La libertà appartiene solo a se stessa, come la donna.
    Bellissima anche questa come molte altre figure femminili delle poesie di Marcello Comitini, che riesce sempre a rendere uniche le “sue” donne. Trovo che sia sempre presente un lucido disincanto nei suoi versi, ma questa volta meno rabbioso, più carico di una rassegnata indulgenza.

  2. giuliana scrive:

    “balaustrata di brezza per poggiare stasera la mia malinconia” Ti ricorda niente? Le stesse sensazioni, lo stesso anelito dell’oltre la “siepe che l’ultimo ….”Vai, Marcello.

  3. Grazie Marcello, apprezzo molto !
    Sono anche d’accordo con Gabriella quando dice che i tuoi versi hanno sempre un lucido disincanto ma ..meno aspro stavolta.
    Bella davvero

  4. tinamannelli scrive:

    La libertà….cosa siamo senza? Anche se in apparenza siamo liberi c’è sempre qualcosa che ci tiene legati….e siamo sempre a sognarla questa libertà…..che può avere il volto di una donna che si vuole amare e non si può o soltanto un pensiero che resta chiuso nel cuore. Bellissimi versi, come sempre, leggerti è una gioia. Grazie poeta

  5. paola pdr scrive:

    Libertà, obiettivo da raggiungere. Sono alla finestra, nell’attesa di capire un segno, qualche cosa che mi faccia intendere che finalmente ti ho raggiunta, ti possiedo e ne sono posseduto.
    Libertà, nel tuo sguardo poco lungimirante osservo il potenziale delle tue mani, potenti ma immobili.

Replica a giuliana