Edward Hopper, Excursions into philisophy , 1959

La fuga

a Patty

 

La stanza è spoglia e anonima. Le valige ancora chiuse.
Sul pavimento le tue vesti sparse
come quelle che i due amanti
si strapparono di dosso per amarsi.

Fuori dalla finestra due o tre gabbiani volano lentamente
sulle navi immobili lungo i moli deserti.

Seduto sulla sponda del letto
sfogli le pagine del romanzo
abbandonato sul comodino come in attesa di narrarti
la storia dolorosa dei due che si sono amati.

Con le spalle curve sul libro
alzi ogni tanto lo sguardo verso la finestra
pensando a quel luogo a quel tempo
quando le cose intorno
avevano il calore delle abitudini familiari: il tavolo
le sedie il letto in cui giacevamo.

Il sole entra a illuminare la stanza e il tuo corpo
ha il profumo triste e oscuro
delle onde che carezzano il fianco delle navi.

Assorto nei pensieri dell’altra che adesso ti ama
ti scuote il suono delle parole del romanzo
che ti penetrano in fondo al cuore
danno corpo a un’ombra coperta da un lenzuolo,
a una morta risuscitata dal suo sudario.

Chiedi alla loro musica col gesto del mendicante
che tiene alla catena una piccola scimmia
e tendi la ciotola come la sola difesa
ai nostri ricordi e alla tua debolezza.

Sei fuggito in fondo a questa stanza spoglia
che attrae come una luce diversa
come il fuoco degli occhi della medusa.

E io rido qualche volta pensandoti
d’una risata che non viene dal petto
ma dal fondo del dolore
quando mi accorgo che tutto è vano
senza scopo né sostanza.

Anche la mia bellezza, quella che amavi.

  1. Alberto Mrteh scrive:

    Le blog de Evelyn Tavares mi ha portato cui e ora sono contento perche mi ha piascuto quello che ho travato.
    Vorrei invitarti a prendrere un té alla menta con me a El zoco del escriba e cosí parliamo de quello che ti pare.
    Un saludo.
    Alberto Mrteh (El zoco del escriba)

  2. tachimio scrive:

    Trovo tu abbia saputo ben rappresentare la ” fuga” di quest’uomo, la sua solitudine. E trovo l’accostamento di quel dipinto perfetto per la tua ”storia”. Dimmi è per caso di Edward Hopper ? Amo molto il suo stile, la sua capacità nel ben rappresentare l’incomunicabilità, la solitudine dell’uomo americano contemporaneo. Un abbraccio. Isabella

Replica a Marcello Comitini