Marcello Comitini, Il fiume di Ofelia, 2016, digitalart

L’abbraccio

La notte si fa chiara. Perché Ofelia

torni alla nostra mente?

Prima che ti lasciassi andare

verso il non senso dell’abbraccio.

 

Dalla gola del fiume a precipizio

lungo gli spigoli taglienti delle rocce

sale la nebbia vaporosa d’acqua.

 

L’abito ancora intriso del profumo

dei papaveri sugli argini.

 

E nel vento sentiamo la musica che palpita

quasi il tuo lamento

tra le braccia dell’uomo nell’istinto

di vita e di annientamento.

 

Come se fosse quello il tempo esatto per morire.

 

Come se il fiume non avesse braccia e mani

per stringerti al suo petto e sussurrarti

il nome sconosciuto di quell’uomo.

Scrivi un commento