marcello comitini, quercia, graphicart

Querce

Simili a eterne vecchie

contorte dall’inverno

vi consolate al sole,

pallide d’una primavera

che vi sfiora.

 

Chiuse nell’orizzonte

di foglie sempreverdi non vi assale

vertigine né brivido.

Non vi rapisce il vento

né un timido germoglio

né uno scarto che muti

la vostra uguale vita,

o un fiore inaspettato

nella monotonia del verde.

 

Il tempo sopportate

lento e indifferente.

 

Della sola stagione d’autunno,

la pace malinconica portate.

  1. antonio sereno scrive:

    Caro Marcello,
    se la quercia è figlia dell’autunno e porta pace è anche simbolo di eternità.

  2. paola pdr scrive:

    E’ uno stato dell’anima? Si, raggiunto un certo periodo di accrescimento fisico e spirituale, tutto scivola addosso, senza turbare più di tanto la propria esistenza, una esistenza che nel tempo ha collezionato giorno dopo giorno storture e rinascite, come la quercia, massiccia e imperturbabile, finalmente.

  3. isabella scrive:

    Una poesia che si legge con calma, i cui versi sanno regalare la stessa pace malinconica che portano le querce . Molto bella e intensa. Se posso permettermi vorrei regalarti una poesia scritta tempo fa sul blog ”la nostra commedia jalesh 2”

    Sotto le querce

    All’ombra
    delle grandi querce,
    stanno tranquilli
    i cavalli.
    Anch’io,
    uomo stanco,
    lascio che
    i miei pensieri
    riposino.
    Tace
    intorno
    il mondo
    e
    l’anima
    s’acquieta.
    Ritrovo qui
    la pace
    che andavo
    cercando,
    mentre
    nel silenzio
    mi lascio
    confondere
    dalla mia
    vasta
    solitudine.

    Isabella Scotti

    Ispirata al dipinto di Theodore Rousseau
    ”Les Chenes dApremont”

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