Beatrice Borroni, Riflesso Di Ofelia, 2011

Riflesso Di Ofelia

Era in un albero cavo
il miele che hai gustato,
un tronco scarno e aspro
e intorno a guardia
api inferocite dal sole.
Accanto a me distesa
lungo la riva d’acque chiare
sogni Ofelia la volta in cui sei stata
amata e le pupille stanche di pianto
e di parole.
Tacciono alle tue spalle i sibili
che hanno strappato foglie e rami
e li gettavano al fuoco di menzogne.
Ora i profumi amari della giovinezza.
sono svaniti come farfalle al vento.
Resta l’orrore.
Perché mi guardi?
Forse non sai che la tristezza
scava nel corpo i solchi del dolore.
China nell’acqua il viso
chiudi gli occhi
e senza più parole
vieni a baciare le tue labbra amate.

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