Ferdinando Scianna, Carmen Sammartin

Solido legame

Mi rifugio nei sogni d’amore e di rivolta.

Vago nel buio delle lunghe attese

faccio naufragio nella mia solitudine

e nelle vene inietto le farfalle pietose

della mia memoria. E sogno.

Un solido legame sconosciuto inestricabile,

come l’aria che tagliano le rondini

come la terra nella vastità dell’universo

come il mare che culla gli annegati

e li rende alle braccia del silenzio.

Sogno un laccio che mi leghi mani e piedi al letto

nero di freddo ferro sopra un materasso.

Piume e molle che respingono ed accolgono

il peso del mio corpo gravato dallo spasimo.

Vagano due mani lungo le mie membra

lievi come passeri in un bosco di ciliegi

bianche come gabbiani sulle onde in tempesta

come alghe che fluttuano nelle ultime acque

tiepide d’un mare autunnale.

Gli occhi sotto una benda nera, ciechi

più sensibili al tatto non distratti

dalla bellezza che divora a labbra spalancate

ogni piacere che mi pervade e fugge,

ogni mio timore ogni resistenza.

Sentire i baci che mi sfiorano la pelle

vedere al buio quella luce immortale

come piccoli morsi delle lucciole

che scintillano fin dentro la mia anima.

 

Gemo all’improvviso e mi risveglio nell’attesa

della frusta che in piedi sul mio corpo

luminosa la Vita maestosamente impugna.

  1. paola pdr scrive:

    Questo amore ingordo che vive del visibile e poi fugge lasciandoti con più fame di prima: ecco infine una chiamata a raccolta di altri “sensi” perchè attraverso loro, ciechi, si possa fissare altri momenti, momenti eterni di appartenenza e condivisione amorosa, utili a frenare i gemiti di un risveglio spesso dolente alla frusta della vita.
    Questa poesia, fa venire i brividi, non avrei saputo dire meglio, questo concetto che hai reso in poesia.
    Che meraviglia.

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