Ansel Adams, Big Sur, 1946

Sulle soglie

È un canto triste e lento, una lunga nenia

che sfinisce il corpo e intorbida la mente

questo viaggio interminabile sul mare

lucido di luna e nel silenzio delle stelle.

Dai vortici dei solchi che la barca lascia

come bava di lumache sulla pelle viscida dell’acqua

salgono le voci di coloro che hanno attraversato il mare.

Gridano gli addii, chiamano, ammoniscono

come nuvole che si sperdono nei fuochi del tramonto.

Con le mani alzate sulle soglie nere delle porte

- altri pozzi da cui escono altre voci -

salgono sulla barca e cantano le nascite,

ancora dentro i ventri o strette tra le braccia,

i matrimoni, i morti, le vite soffocate nella polvere

e tutto quello che hanno abbandonato.

Tutto perduto, tranne la speranza.

Il viaggio è lungo e lento

come il mormorio di un canto sussurrato a labbra chiuse,

che d’improvviso lacera le gole quando il mare

gonfia le sue vene e i fianchi della barca

si rovesciano mostrando il dorso come un bruco

con migliaia di zampe in disperato movimento.

Si tuffano, galleggiano, saltano come i pesci,

inghiottono nel vento il fiato della morte

o si aggrappano forse all’ultimo lembo della vita.

Ripiombano pesanti tra le onde,

vogliono ostinatamente giungere alla riva,

quella spiaggia dorata di alghe stese al sole

e di gioiose posidonie per giocare.

Se ancora i corpi avessero la vita!

I volti lacerati dagli scogli baciano la sabbia

e gli occhi gonfi di sale nella terra cercano

i segni di un futuro che non ha più storia.

Con i visi rivolti alla paura

e con le mani tese alla pietà,

li solleviamo trasportandoli a riparo

dallo sguardo freddo della luna

dalla crudeltà del sole che ha brillato cieco su di loro

dal lungo pianto delle stelle tra le onde.

Ai polsi e alle caviglie li afferriamo

come otri colmi d’acqua e sale

come se dovessimo stivarli su una nave

salpata per un lungo viaggio

verso un mondo lontano senza meta.

  1. antonio sereno scrive:

    LA VITA CON LE SUE DIFFICOLTA’ VISTA E VISSUTA SUL MARE CHE ACCOGLIE I VIVI, I MORTI E QUELLI CHE VERRANNO UNITI DA UNA DESTINAZIONE LONTANA E FORSE INESISTENTE.
    LA DISPERAZIONE DI COMITINI IN UNA VISIONE DI CONFORTO SURREALE CHE COLPISCE E FA RIFLETTERE SUL MONDO DI OGGI.

  2. paola pdr scrive:

    Quanto dolore e amore in questo tuo sguardo sull’umano che oggi, tristemente, viene ingoiato dalle inconsapevoli acque di un mare che fa da cartina tornasole di quello che siamo diventati: insensibili a tutto.
    L’orrore non dovrebbe assuefarci, invece…

Replica a antonio sereno