Nella galleria dei giorni appena svaniti scorrono sotto le mie dita le nostre foto. Il vetro le protegge contro la patina del tempo.
Cammino nel cuore della città e della notte tra lacrime sparse in alto da Dio più in basso disposte dal disordine umano…
Stiamo qui a guardare le stelle come bambini che ascoltano a bocca aperta favole strane. Con gli occhi sgranati e le pupille che brillano…
Improvvisamente perfida la notte sparge la sua luce fredda intorno al sole e rovescia il giorno come acqua cristallina in fondo all’oscurità di un pozzo.
In questa città stipata di uomini e di auto
che ingolfano le strade e ci spingono contro i muri
c’è spazio per le mie mani e i tuoi capelli?
Le stanze vuote si riempiono nella notte
dei muggiti dei tori da macello
che salgono dal buio delle stalle…
Né i ricordi fedeli della nostra vita
né le primavere che tornano a incendiare i giorni
tra le foglie verdi delle buganvillee…
La luce prigioniera nella stanza
proietta sul soffitto grappoli di foglie
come una finta luna e poche stelle
Non conosco l’Essere che mi parla con voce intensa.
Cerca le mie mani dentro l’acqua mutevole che scorre
mi conduce verso più di ciò che sono…
Il sole brucia all’alba in una luce di sangue
e promette alla terra un altro giorno.
Come l’anemone schiude la corolla….