Cammino nel cuore della città e della notte tra lacrime sparse in alto da Dio più in basso disposte dal disordine umano…
La notte poggia la sua ombra sulle labbra mi si distende a fianco per sentire il corpo i muscoli la pelle…
Mio padre mi diceva
“mi somigli a un cane
con quello sguardo…
Nereggia
inerte serpe in mezzo alla pianura
desolata d’uomini e le rare …
Vorrei che fosse nero quell’azzurro del cielo
e le nuvole bianche uno scintillio di stelle
gli alberi avvolti in un velo di nebbia
come donne celate…
Dalla fessura luminosa scruto
la notte che si scioglie all’orizzonte
e il tremore dell’alba nei vapori…