Dal web, nessun titolo possibile, 2013

Cronaca di un mare

Il mare lento e calmo spinge sulla spiaggia

il corpo

lo lambisce con la lingua bianca della schiuma

lo culla si ritrae

torna ad abbracciarlo con le onde

profumate d’alghe.

Lo depone sulla spiaggia e si ritira lento.

Gridano gabbiani in cerchio

sui corpi che galleggiano rivolti

verso i fondali oscuri

a braccia spalancate

a cercare corpi che sono in fondo al mare

sottratti alla pietà.

Azzurro mare calmo come freddo viso

che trascolora da paura a morte

custode come il grembo

di una madre morta.

 

Il sordo gorgogliare dei motori

i tonfi i cerchi che si spandono

sulla crespata superficie d’acqua

disarmati

scendono a pescare i corpi

di uomini di donne divisi per l’eterno

pesanti come pietre come i sogni

sigillati sulle labbra

come i desideri come l’odio

che li ha resi fuggiaschi

ed invisibili.

  1. adriana scrive:

    Commossa e allo stesso tempo affascinata dal modo elegante in cui hai trattato un argomento così doloroso.

  2. tinamannelli scrive:

    Ha ragione Adriana, parli di qualcosa di molto drammatico…ma lo fai con estrema gentilezza,parola dopo parola descrivi la tragedia vissuta e che continuiamo a vivere. Amo il mare e malgrado tutto penso che ha dato pace a chi non ne aveva. Spero che non succeda più. Versi molto belli che colpiscono per la loro verità. Grazie poeta

  3. Dony scrive:

    Un brivido lambisce questi versi, e trema nel cuore spingendolo ad abbracciare uno ad uno questi corpi martoriati… resta solo la speranza che le ali dell’anima li abbiano portati lontano da tutto questo dolore. Ammirata e commossa. Bravissimo Marcello

  4. rosi comitini scrive:

    marcello è semplicemente e profondamente bellissima

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