Nina Captsova (immagine mia)

La Ballerina

Nelle luci che si spengono
le tante braccia del lampadario di cristallo
i fregi d’oro alle pareti
si trasformano in piombo e gesso
Si acquieta il brusio delle voci.
Gli affreschi leggiadri del soffitto
si disfano in nuvole informi.
Visi occultati – c’è anche il mio, buio
più del buio come una nuvola
dentro il mio animo –
attendono nel buio del teatro
che dal fondo della sala emergano
la musica
l’armonia della danza
il sentimento di dolce abbandono.
E tu appari con passi lievi
mia danzatrice taciturna
sorridendo spavalda
agli sguardi di volti sconosciuti
che t’invitano a dimenticare
le tue notti insonni e la mia voce
che invoca “ti amo”.
Dall’alto d’un invisibile firmamento
stelle lucenti svelano il tuo corpo
fanno morbido il tuo costume
bianco, inaccessibile
come il calice che cinge il fiore
o quando stretta al mio petto
dici “sei tu la mia vita”.
La musica inizia lieve, palpita
ti carezza, ti viene incontro.
Tra le sue braccia
il tuo corpo sboccia in mille petali
come nell’intimità delle nostre notti.
Nello splendore delle tue gambe.
brilla la fiamma della loro linfa.
Sulla tua pelle si appuntano gli sguardi di velluto
la carezzano, la sognano. Torna alla mia gelosia
il fiore della tua nudità.
Volteggi lenta
sinuosa sulla punta dei piedi.
Nei vortici improvvisi
sei rondine librata nel cielo
le ali leggere sorrette dai venti
alte sui pianori della musica.
Vivono
nei movimenti delle tue braccia
le forme dell’albero, i fremiti delle foglie.
A piene mani cogli dai suoi rami
i frutti ebri di carezze e d’estasi,
li stringi ai seni, li porgi
con un sorriso, forse al mio cuore
forse come dono d’addio.
La musica si spegne.
Al fragore degli applausi t’inchini
come un fiore di gelsomino
luminoso di rugiada.
Il suo profumo è
come la nudità del tuo corpo.
Vorrei stringerti al petto
sentire la rugiada scorrere tra te e me.
Ma già tra le braccia del tuo trionfo
ti chini ancora
disegni
con l’arco oscuro dei sopraccigli
gli effimeri firmamenti dell’amore.

  1. giuliana scrive:

    Lieve, potente, sinuosa, aerea. Musica e movimento, perfezione stilistica, ne svelano sentimenti di una raffinata carnalità.
    Come sempre.

    • Carissima Giuliana.
      Ti confesso che aspettavo il tuo commento su questi versi che per lunghissimi giorni mi hanno lasciato insoddisfatto. Non riuscivo a rendere la figura della ballerina nella sua essenza. La guardavo danzare lontana, chiusa nella sua leggiadra bellezza, finché non sono entrato in teatro anche io come spettatore e me ne sono innamorato. Ecco che tra le mie braccia mi è sembrato che avesse preso vita. L’ho sentita palpitare e ho capito che mai avrebbe potuto rinunciare al suo essere. L’ho vista allontanarsi nella gioia del suo successo. Grazie. Le tue parole confermano che questa mia tensione si trasferisce nel lettore.

  2. Paola pdr scrive:

    Cosa hai messo in scena su questo palcoscenico poeta?
    L’amore danzante mai pago di attrarci tra le sue braccia, l’amore che in qualsiasi momento ed età della nostra vita, ha un posto ideale sotto i riflettori, dove sogni e bisogni giocano a carte con l’erotismo e la purezza di ogni inizio.
    Mi sono soffermata pensosa sulle tue immagini femminili di rara bellezza e di una delicatezza come poche.
    Ogni volta mi sorprendi e mi sento valorizzata, leggendoti.

    • Carissima Paola,
      La tua domanda trova piena risposta nelle tue stesse parole che si affiancano alle mie, danno luce chiara alle donne che sono spesso protagoniste dei miei versi in tutta la loro femminilità. Sì l’amore rimane dentro di noi, ci guida e spesso ci domina, ci suggerisce immagini che solo lui, se amore profondo per la bellezza, può suggerire.
      Il tuo commento esprime un pensiero che mi rende felice: tu lettrice mi dici di sentirti valorizzata leggendomi. Per me significa che so esternare la mia ammirazione per la femminilità in tutte le sue espressioni, che so riconoscere il valore della donna nella vita, in tutta la vita. Grazie infinite della tua costante presenza e intelligente e profonda attenzione.

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