La Torre

La torre

Uomini pullulanti come formiche
l’hanno innalzata a braccia tese
come un laico ostensorio o un minareto
che nessun muezzin
ha mai incitato alla preghiera.
Torre di cemento sul filo del silenzio
sovrasta la città. Si staglia bianca
sullo sfondo delle montagne
indorate dalla porpora del tramonto.
Vorremmo non guardare
tanta durezza chiusa in sé.
Ma la sua forma respira nello spazio
dove si muovono le stelle.
Non sembra che in certe notti
sia anche lei una stella
e lasci scendere su di noi la loro pace?
E al sorgere del sole non appare
innanzi a noi ovunque guardiamo
come la spada di un angelo
che insinua nei nostri occhi
la sua punta d’acciaio?
Ci narra di promesse folli,
di divine lontananze, di ire
e di un futuro disumano.
Cattura in immagini
i nostri volti, corpi, voci, sentimenti
e li trasforma in neuroni artificiali
che vanno e vengono prigionieri della rete
come rondini ai nidi.
Leggermente scossa dal vento resiste
estranea ai suoi volteggi
che le vorticano intorno come ali di rapace.
Nell’immobilità dell’estasi
sembra non aver bisogno di nulla.
Sentirà nel tempo rodere le fondamenta
o sarà l’uomo
abbandonata a distruggerla?

  1. giuliana scrive:

    Sei un grande!

  2. Paola Della Rossa scrive:

    Qui ci ho visto un girare intorno ai simboli e riflettere su quanto ci influenzino.
    I simboli sono certamente oggetto di rivisitazione, rilettura e talvolta ridimensionamento da parte dell’uomo.
    Possono anche venire sostituiti con altri e questo significa morire causa invecchiamento? Non sempre, forse l’uomo moderno, con troppa disinvoltura li ha assoggettati alle proprie necessità. E paga certamente in qualche modo questo sradicamento, perché non sempre rispetta la giusta tempistica.
    Oggi, specialmente.

  3. I simboli sono quel a cui l’uomo si aggrappa per non perdere l’orientamento, per non doversi chiedere continuamente cosa ci fa l’uomo su questa terra. Poi ci sono i simboli concreti, quelli che lui costruisce con le mani per migliorare la propria vita. Questi sono quelli che l’essere umano distrugge successivamente, quando ha trovato un altro strumento per star meglio.

Replica a giuliana