Tamara De Lempicka, Jeune fille en vert, 1929

Speciale moda

L’abito che indossi

flessuosamente nero

segna di trasparenze

l’eleganza del tuo corpo.

Al tuo passo svelto

morbido e audace

scendono i capelli

sull’incanto del volto.

Brillano i tuoi occhi

velluto della notte

e le tue labbra schiudono

il sorriso dei fiori.

Dai seni lungo i fianchi

gemono gli sguardi

e scorrono le dita

sognando di toccare

l’abito e il tuo corpo.

E le tue labbra schiudono

infiniti sorrisi

anonimi sul viso

come d’altre anonime.

Esile e spavalda

- solo ai tuoi occhi nuda -

l’anima è nascosta

nell’ombra delle pieghe

frugate dagli sguardi.

  1. tinamannelli scrive:

    Stupenda…..l’arte d indossare e il coraggio di esporsi….vero la si scruta e non solo l’abito…è vero si va oltre le pieghe si vorrebbe leggere cosa c’è scritto oltre. Quando vedo queste donne belle truccate, con quel passo da pantera….con visi truccati e sguardi strafottenti
    vedo sorrisi tirati…loro sentono gli sguardi e non ne sono felici. Dietro la “moda” si nasconde la vita. Bellissimi versi una gran bella metafora. Leggerti è capire.

  2. Lilly scrive:

    Versi che evocano l’immagine di una donna stupenda che si pensa priva di sentimenti, ma che dietro a quella sua immagine arrogante nasconde le tante fragilità…
    Un saluto Lilly

  3. gabriarte scrive:

    è una bellissima descrizione di femmina che rimane solo nello sguardo di un desiderio maschile ma che non illude il suo cuore molto bella anche questa ciao grazie Marcello

  4. Dony scrive:

    L’anima… deliziosamente irraggiungibile. Una perla di poesia!

  5. Franca Alaimo scrive:

    Leggendo questa poesia, ho subito pensato al celebre sonetto dantesco “Tanta gentile e tanta onesta pare”, non, ovviamente per similarità, ma per contrasto di immagini e contenuto Fra l’una e l’altra passano tanti secoli, e la donna che avanza tra gli sguardi dei passanti, è orami cambiata.
    Pudica e modesta, quasi astratta, la Beatrice medioevale mostra l’anima. Sfrontata e consapevole del suo potere seduttivo, quest’altra donna, cantata da Comitini, offre il suo corpo e nasconde l’anima. La prima quieta, la seconda turba. In questo contrasto così profondo c’è da leggere, in fondo, la storia dell’Occidente e con essa lo scivolamento verso le cose e la superficie, con una certa regressione dell’espressione e della verità dei sentimenti. Certo nessuno, me per prima, oserebbe dire che sia preferibile il tempo andato; però sarebbe meglio, progredendo, non smarrire ciò che di buono il passato ci lascia. Questa donna, tutto sommato, è molto prossima a quella dei cartelloni pubblicitari o delle riviste di moda: più cosa che persona.
    Che poi la poesia sia scritta bene e si avvalga di belle immagini, non si discute.
    Ma, ecco, mi ha fatto pensare…

  6. gabriarte scrive:

    è la donna che è cambiata nel corso dei secoli l’uomo continua a guardarla con lo stesso identico sguardo di possesso attirato solo dall’esteriorità del suo corpo prima succube di quello sguardo ora consapevole e furba entrambe hanno un’ anima ma la seconda preferisce nasconderla ciao marcello

  7. Marina scrive:

    E’ scontato che alle belle donne piaccia sedurre, lo devono al mondo maschile che le circonda e che le vuole proprio così. Un abito, un sorriso, uno sguardo. Questo si vuole da loro.
    Che racchiudano poi pensieri, sogni, cultura, amore e desideri è il loro segreto .. a volte …
    Ma quanti del mondo maschile cercabno quello che sta sotto un abito nero seducente?
    Tu Marcello e pochi, pochissimi altri.

  8. tinamannelli scrive:

    Sono tornata a rileggere questi versi….sono proprio belli e li ho apprezzati ancora di più.
    Saluto il mio poeta

  9. paola pdr scrive:

    Queste belle immagini che scorrono nella poesia le accosterei ad un incontro casuale.
    E’ nella casualità, nell’inaspettato che può prendere forma una forte curiosità per l’altro, un desiderio di “berlo con gli occhi”
    in modo da cogliere più elementi possibili di colei/colui che ci ha così colpito.
    Gli elementi iniziali “attrattivi” indicati sono ascrivibili al genere ed introducono, via via che leggiamo il testo poetico, ben diversi elementi.
    L’appetito vero, lasciato per ultimo, appare in tutta la sua grandezza:
    “conoscere” e non solo sfiorare l’altro.

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