Franz Marc, Cat behind a Tree, 1910

Come un gatto

In una zona d’ombra

col respiro lento

con la pelle fredda

e lo stomaco vuoto.

Un giorno come un gatto

nell’infinito

pensoso dello sguardo.

Vago nella mente

un silenzio d’attesa.

Le mani strette a pugno contro il petto

disteso nel buio

immaginando

una vita di fughe e di carezze.

  1. gabriella scrive:

    bella la poesia e bello il quadro, ma sono due gatti diversi. Uno è un gatto placido e felice, l’altro un gatto introverso, che vive drammaticamente la sua condizione.

  2. paola pdr scrive:

    In questa poesia l’immagine del gatto simbolo di libertà e autonomia viene utilizzata per trasmettere emozioni interessanti.
    La posizione in ombra è un poco defilata, da spettatore. Ma lo spettacolo più accattivante è quello del proprio silenzio interiore, silenzio che ha probabilmente parecchio da raccontare.

  3. giuliana sanvitale scrive:

    Come sempre, con maestria, Marcello si sdoppia e ci offre due immagini di sè, quasi giocando una partita tra “gatto e topo”, alternando sentimenti di estraneità, di passività e sospensione (ottimamente rese da zona (che è già un termine limitativo), ombra, lento, pensoso, vago, silenzio, attesa), ad una aperta ribellione (le mani strette a pugno) a un tentativo di difesa dall’inanità del dolore e un anelito di fuga verso l’infinito.
    Attraverso quelle pupille serrate di gatto guizza a tratti il tuo Io, caro Poeta. Dilatale e lasciati “carezzare” dalla vita senza timore di ferirti

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