Edouard Manet, Luncheon on the grass

Dal divano verde

a Matteo Salvini

La sera mi distendo sul divano
verde-prato che i miei nonni hanno calpestato
quando si sedevano a dejuner
assieme ai figli di Manet e le due fanciulle – quella che si rinfresca i piedi
sulla riva del lago e l’altra però tutta vestita
per non scandalizzare i piccoli che girano per casa.

Guardo i telegiornali. Il mio interesse sono gli affari interni
e la politica internazionale. Ascolto senza far nulla
senza neppure pensare. Non guardo mai lo schermo.
Sono rigoroso. Non voglio lasciarmi influenzare. Ma il cuore
a volte sfugge al mio controllo.
Bisogna che io stia sveglio e lo sorvegli.
Qualche volta sbanda come un aquilone che vola in alto
ed io gli vado dietro. Ma guardo sempre dove metto i piedi.
Lo immaginate uno che corre senza guardare?
Anche il cuore è un figlio di buona donna
che si ferma ad ascoltare.

Qualcuno borbotta che in mezzo al mare verde
una barca s’è rovesciata e qualcosa l’ha soccorsa.
Guardo. La nave si allontana come una macchia gialla
vista dall’elicottero.
Si muove verso terra e tutto sembra finito bene.
Le barelle scendono sul molo con i cadaveri recuperati.
Qualcuno enumera i dispersi e gli annegati.

Gli occhi sbarrati nel volto nero di una negra
di circa quarant’anni mi fissano dallo schermo.
Le sue cornee brillano come due macchie di latte
incredule per il mare che l’ha tradita.
Le ha rapito il figlio e adesso lo culla tra le sue braccia di vetro.
È imbarazzante. Nessuno deve morire con tanta facilità.
I fiori del mio divano hanno il tepore della nuvola leggera
che avvolge la mia tristezza col bagliore di quegli occhi.
Non tutto finisce bene. Chi non lo sa? Bisogna evitare
di dare retta al cuore.

20/07/2018

FROM MY GREEN SOFA

to Matteo Salvini

In the evening I lay on the sofa
green-lawn that my grandparents trampled on
when they sat down to diner
like the sons of Manet with two maidens – the one who washes her feet
by the lake and the other, however, all dressed up by
not embarrassing the kids who run around the house.
I watch the news. My interest is in internal
and international affairs. I listen without doing anything,
without even thinking. Even not looking at the screen.
I’m tough. I don’t get influenced. But the heart
sometimes escapes my control.
I need to stay awake to follow the news.
Sometimes it swerves like a kite flying high
and I follow it. But I always look where it landed.
Can you imagine one disappearing from the sight?
Even the heart is a good woman kid
who stops to listen.

Someone mutters in the middle of the green sea
that a boat capsized and other boat helped it.
I watch. The ship moves away like a yellow spot
seen from a helicopter.
It moves towards the land and seems to be O.K.
The guards step on pier with the collected bodies.
Someone counts the missing and the drowned.

The wide open eyes of a black woman,
of around forty years old, are staring from the screen.
Their white corneas shine like two milk stains
- in disbelief that the sea has betrayed her.
She kidnapped her children and now cradles them in her cold glass arms.
It’s embarrassing. No one must die so easily.
The flowers on my sofa have the warmth of the light cloud
that envelops my sadness with the glow of those eyes.
Not all ends well. Who doesn’t know it? So we should avoid
listening to our heart.

.
© :: traduzione di Raia Artamia July. 22.2019

  1. Un soliloquio della sera, quando al crepuscolo si rilascia la mente, per distendersi sul divano tramandato, e “nel vedo non vedo” della televisione si assorbono le ultime notizie, dalle quali è impossibile non lasciarsi coinvolgere quasi del tutto….
    Versi di grande spontaneità, accompagnati da un’abile traduzione in lingua inglese.
    Testo molto apprezzato, buona settimana e un caro saluto, poeta,silvia

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