Claude Monet, La falaise et le port d'Amont par gros temps

Fratello implacabile

Questo mare aperto questi antichi approdi
questo lucentissimo rotolare delle onde
che s’avventano giorno e notte ai piedi delle terre.
Io per caso o per destino seduto ai limiti
della sua immensità vedo l’uomo e la sua assenza.
Non dorme ma adesso calmo ed imprendibile
specchia la solitudine del cielo e delle sue profondità.
Sembra chiedermi di me
della mia creaturale oscurità.
Chiariscimi sembra dirmi perché mi ami
perché in me culli la tua anima.
Spogliato d’ogni tua immaginifica significazione
ti tuffi senza malizia tra le mie braccia
libero d’ogni grumo di tormento, d’ogni traccia
di lubricità e di carne.
Scendi nel mio misericordioso grembo
in cerca di una pace, di un futuro
che potrebbe all’improvviso disserrarsi.
Felicità? Non sembra vorrei dirgli. Pure nel silenzio
non si arresta il ronzio del tuo pensiero
che insegue sé medesimo e ti lambisce il cuore.
Questa tua lunga sofferenza è crudeltà?
O misericordia?
La tua vita mi risponde che scorre sommessamente
non sarà mai simile al canto
delle mie acque celesti, né al grido feroce delle mie onde.
Vorrei rispondergli non so non ho mai compreso
l’ansito che ti tiene sveglio,
quel tuo eterno ricominciamento che non ha meta
se non te stesso,
tuo fratello implacabile!

Ma la mia voce muore nella sua tormentata azzurrità.

Frère implacable

Cette mer ouverte ces lieux d’anciens débarquements
ce roulement très lumineux des vagues
qui se lancent jour et nuit au pied de la terre.
Par destin ou par hasard, assis à la limite
de son immensité je vois l’homme et son absence.
Il ne dort pas mais maintenant il est calme et imprenable
Il réfléchit la solitude du ciel et de ses profondeurs.
Il semble me demander de moi
de mes obscurités de créature.
Éclairez-moi , il semble me dire pourquoi vous m’aimez
pourquoi vous bercez en moi votre âme.
Dépouillé de toute votre capacité de créer des symboles
vous plongez sans malice dans mes bras
libre de toute trace de tourment, de tout caillot
de lubricité et de charnalité.
Vous descendez dans mon ventre miséricordieux
à la recherche de la paix, de l’avenir
qui pourrait soudainement se manifester.
Félicité? Cela ne semble pas. Même dans le silence le bruit
de votre pensée ne s’arrête pas.
il poursuit lui-même et lèche votre cœur.
Cette votre longue souffrance est-elle cruauté?
Ou miséricorde?
Votre vie qui coule doucement
ne sera jamais comme la musique indomptable et sauvage
de mes eaux célestes, ni le cri féroce de mes vagues.
Je voudrais lui répondre je ne sais pas je n’ai jamais compris
le halètement qui vous empêche de dormir,
cet éternel redémarrer qui n’a pas de destination
sinon vous-même,
votre implacable frère!

Mais ma voix meurt dans son azur tourmenté

 

  1. paola scrive:

    Uomo e mare: trovare le differenze.
    Il mare contiene una moltitudine di vita, anche l’uomo se consideriamo la sua vitalita interiore.
    Il mare è molto esteso. Ma non solo, penetra la terra, sale in cielo quando evapora. Viaggia
    anche se pare sempre uguale a se sstesso
    L’uomo pure, viaggia ben oltre cielo, sonda mondi sconosciuti che il mare non conosce.
    L’uomo decide cosa fare e cosa gli piacerebbe soprattutto fare. Il mare no, non decide, è così per mandato naturale.
    Forse questa sua grandezza è data proprio dal fatto che non si ferma, per farsi un sacco di domande, respira e basta.
    Che sia per questo che quando l’uomo si spoglia dei suoi abiti (pensieri) e vi si immerge trova serenità?
    Questo mare in poesia che hai descritto lo trovo davvero fantastico e interessante.
    Io ti ho lasciato un piccolo contributo e ti ringrazio per questa perla.

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