Auguste Rodin, Il bacio, 1882

Il bacio

No, non è la forza rumorosa del vento che ci spinge
verso l’infinito desiderato. 
Il silenzio degli sguardi 
i dorsi delle mani sulle pagine del libro.
Esistiamo solo noi due. 
Le nostre dita s’incrociano,
ci legano l’uno all’altra 
si toccano le labbra con un soffio misterioso. 
Lontano le ali dei sogni bruciavano fra le nuvole. 
Il fuoco si spandeva come fosse il nostro destino.
Non esistevano porte e lungo i corridoi
soltanto fiamme. Non sapevamo nulla. Non parlavamo.
Soli eravamo e senza alcun sospetto
nel buio cercavamo le nostre bocche.
Le parole furono i nostri sguardi e il nostro bacio
fu quello della morte.

 

  • Il titolo originario della scultura di Rodin fu “Paolo e Francesca”;
  • I versi si riferiscono alla lettura del Canto V dell’ Inferno nella Divina Commedia (incontro di Dante con Francesca da Rimini e Paolo Malatesta) e il verso 13, non in corsivo, della mia poesia è il 129esimo del Canto.

Scrivi un commento