Toulouse-Lautrec,La Goulon et la Désossé, 1895

Inadeguato

Nelle luci attenuate dei bar
guardo le piazze deserte
gli angoli bui dei viali
illuminati dagli sguardi famelici
delle auto lente e silenziose.
Cerco le infinitamente belle
le amanti eterne dell’amore sfuggente.
Donne angelo sole
com’è solo ogni essere umano
nella sua solitudine.
Ebre di sguardi
del rosso fuoco delle loro bocche
del sole che brilla
nelle notti dei loro occhi
schiave della perfidia degli uomini.
Mi passano dinanzi nascondendo il cuore
con le mani il volto e il desiderio di volare.
Con il bicchiere in mano
vuoto come il mio cuore,
nel pallore della luce aspetto
che la più bella levi le mani dal viso
abbassi gli occhi
sciolga con languore i capelli
mi stringa
tra le sue braccia d’angelo.

Un’auto spalanca i fari mi colpisce
fa di me
un’ombra transitoria.

  1. paola della rossa scrive:

    Bella chiusa e che particolare questa tua uscita di scena.
    E in questa descrizione dove il tuo essere spettatore inadeguato, vorrebbe suscitare quella “differenza” tale da sciogliere certe durezze che nemmeno l’alcool e nemmeno un rosso ciliegia
    sulle labbra è in grado di mascherare, a questi angeli della notte, chi ci pensa?
    Ci pensa la poesia, che come un regista hai scritto e magistralmente animata con immagini di finta felicita’ perchè così il film è più intrigante, anche se l’inadeguato alla fine sa di poter lasciare solo un fiore ma la vita continua mentre la sua ombra si allontana dagli angeli che un Paradiso ha lasciato cadere su un suolo malevolo e rapace.
    Mi piace molto. Ho visto parecchie immagini, un film.

    • Marcello Comitini scrive:

      Cara Paola, ho apprezzato molto tuo commento perché riesci a cogliere qui come negli altri miei versi la tensione che li anima. Le prostitute rappresentano per me l’espressione più profonda della femminilità, per quella capacità tutta femminile di uscire vittoriosa, nonostante i tormenti a cui l’uomo (ma anche la vita in generale) sottopone le donne. L’uscita di scena, che ti ha colpita, vuole essere un segno di condivisione della condizione femminile.

Replica a Marcello Comitini