Andrew Wyeth, Cristina Olson,1946

L’altra casa

Certo per lei sarà stata una festa
dopo anni di buio e di silenzio
mi diceva un amico
che dalla finestra guardava
la casa di fronte con le luci accese.
Finalmente vicini mi ha detto abbracciandomi
sapendo che quella era la mia nuova casa.
Abbiamo brindato con gioia
a un futuro migliore
Ma in me c’era tanta tristezza
per l’abbandonata, per la regina
dei miei ricordi e dell’avvenire
di quel bambino di nove anni.
Per le stanze correva
come fossero piazze dai portici ombrosi
tra fontane e vetrine
dove specchiare la gioia di crescere.
Un giorno di solitudine e di tristezza
quando ho ripiegato i ricordi
li ho chiusi in buste colorate.

Per custodirne sapore e colore
li ho riposti in scatoloni su cui ho segnato
il verso per maneggiarli.
Li ho anche numerati
perché potessi riconoscerli poi.
Soprattutto per arginare l’assalto dell’emozioni
che mi afferravano disordinatamente alla gola.
Qualcosa del passato
ho venduto al miglior offerente
qualcosa ho donato qualcos’altro ho buttato
come le parole con cui io e lei avevamo inventato
giardini di sguardi sotto un sole immobile,
il letto e il divano ormai aridi e vasti,
il materasso con ancora il calore
dei nostri corpi.
Quando ho aperto gli scatoloni
nelle stanze spoglie della nuova casa
ho trovato solo le buste con i ricordi marciti
o polverizzati dai tarli.
Quelle colorate di rosa e di celeste
erano aperte o lacerate.
Forse le hanno frugate
gente che voleva rubarmi quel poco
che mi portavo dietro (o quel tanto per me)
o gente che ha preferito
non consegnare all’uomo che fugge
l’amore di una storia finita.
La casa che splende di luci
che ogni sera mi accoglie come un migrante
che sparge profumi
spesso a me sconosciuti
è un guscio vuoto di tutto
Le stanze risuonano dell’eco
di quel bambino rimasto a correre
con gli occhi accecati di lacrime.

L’autre maison

Bien sûr
ça aura été une fête pour elle
après des années d’obscurité et de silence
M’a dit un ami
En regardant par la fenêtre
la maison d’en face avec les lumières allumées -
Finalement – il m’a serré
dans ses bras
sachant que c’était ma nouvelle maison.
Nous avons trinqué de joie
pour un avenir meilleur.
Mais il y avait de la tristesse en moi
pour l’abandonné, pour la reine
de mes souvenirs et de l’avenir
de cet enfant de neuf ans.
Il courait dans les chambres
comme si elles étaient des places
avec des portiques ombragés
parmi les fontaines et les vitrines
où refléter sa joie de grandir
et le désir d’être aimé.
Un jour de solitude et de tristesse
quand j’ai plié les souvenirs
en les enfermant dans des enveloppes colorées.

Pour préserver leur saveur et couleur
Je les ai placés dans des boîtes en indiquant
les côtés à manipuler.
Je les ai aussi numérotés
afin que je puisse les reconnaître plus tard.
Surtout pour endiguer l’assaut des émotions
qui me serraient la gorge sans ménagement.
Quelque chose du passé
j’ai vendu au plus offrant
j’ai fait don de quelque chose
d’autre j’ai jeté
comme les mots avec lesquelles
nous avions inventés elle et moi
jardins de regards sous un soleil immobile,
le lit et le canapé désormais arides,
le matelas encore chaud
de nos corps.
Quand j’ai ouvert les boîtes
dans les pièces vides de la nouvelle maison
J’ai seulement trouvé
les enveloppes avec des souvenirs pourris
rongés par les vers à bois.
Celles colorées en rose et bleu clair
étaient ouvertes ou déchirées.
Peut-être que des gens ont fouillé
voulant voler le peu
(ou le tant pour moi) que j’avais emporté
ou alors des gens qui ont préféré
ne pas livrer l’amour à l’homme
qui s’enfuit d’une histoire finie.
Dans la maison qui resplendit de lumiere
qui chaque nuit m’accueille comme un migrant
et répand ses parfums
souvent inconnus de moi
les chambres vides résonnent par l’écho
de cet enfant courant
avec ses yeux aveuglés par les larmes.

  1. giuliana scrive:

    …giardini di sguardi…

    BENTORNATO!

  2. Tina Mannelli scrive:

    Versi che toccano il cuore. Lasciare la casa della fanciullezza, lasciare il ricordo di quel bambino che correva felice per le stanze portarsi nella nuova casa un baule di ricordi appuntati su carta di colore diverso e la tristezza di aprirlo e trovare solo cenere. Stupendo quel verso “giardini di sguardi”La nuova casa è bella ma per te è come se fosse vuota di tutto . Questi tuoi versi mi hanno davvero emozionata, ho rivissuto un po la mia storia, non scorderò la mia vecchia casa. Grazie per questo gioiello poetico. Ti abbraccio <3

  3. paola scrive:

    sto diventando dislessica, tanto lunga…

Replica a Tina Mannelli