Federico Zandomeneghi Rossa sdraiata, 1918

Dopo una notte alla luce delle stelle

Dopo una notte alla luce delle stelle
l’alba appare luminosa
nell’orizzonte quieto dei tuoi occhi
più chiaro e più profondo
l’azzurro limpido delle tue pupille.
I tuoi capelli sopra le lenzuola splendono
nel raggio insanguinato che li incendia
come una vela sciolta al sorgere del sole.
Mi sorprendi
nella dolcezza del risveglio
con i tuoi baci dal sapore di un dolore sconosciuto.
Nave senza remi né timone,
colma di ricordi
mi sei venuta incontro
sospinta dal vento profumato di oscurità lontane.

Ora ti abbandoni alla marea delle mie braccia
all’ onda del mio corpo
attratta dal desiderio puro di donarti.
Mi parli dell’ amore
più azzurro che l’azzurro del tuo sguardo
con la voce delle acque che scintillano
alla carezza tenera del sole.

Chiudo gli occhi e cerco con le mie vene le tue vene,
il marmo del tuo ventre, le tue mani di luna,
la bianca piuma della fronte.

Colgo nel tuo corpo il senso della vita
lo splendore che ho atteso fin dal primo giorno.

  1. Tina Mannelli scrive:

    Stupendi versi, Un eros di una delicatezza incredibile. Bellissima la descrizione della donna sembra vederla abbandonata in questo amore fatto di passione e tenerezza. Sempre una gioia leggerti, un abbraccio <3

  2. paola pdr scrive:

    “con i tuoi baci dal sapore di un dolore sconosciuto”….
    La ricerca di qualche cosa di sublime, può produrre un certo dolore sconosciuto. Di sublime c’è sempre in noi la tensione che immancabilmente si scontra con la pochezza che ci abita e che non ci permette di trascendere noi stessi e le nostre miserie.
    La poesia fa azione di recupero e ci fa riflettere parecchio, se sappiamo leggerla dal “verso” giusto.

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