John Tarahteeff, The buck, 2014

Corpo desiderato

I

Il tuo corpo simile a un sasso levigato dal sole.
La pelle carezzata dal tempo come una notte
lucente di stelle. Chi sei ora?
Parole e gesti insieme che si perdono nel vuoto.
Questo è il silenzio che ti sei creata intorno.
Volgi indietro il capo t’ergi in piedi
strappi dalle tue braccia filamenti d’uomo.

II

In fuga dall’angoscia scuoti i tuoi capelli
e spargi il gusto amaro della tua bocca rossa
nell’azzurro di lenzuola sfatte.
Hai chiesto baci
sulla punta delle dita a una compagna.
I suoi seni impregnano di tepore le tue mani.

III

Chiudere gli occhi e bere alla sua bocca
l’acqua dell’oblio.
Sentire i baci che ti cingono di sogni
smarrire il tuo pensiero
dominato dai suoi abbracci.

IV

Lungo i corpi ormai estenuati dal piacere
non scorre il fuoco che divampa dal tuo ventre.
Non germina calore non si spande.
Un sole muto nella notte

V

Questa suprema indifferenza
ti giunge insieme al desiderio d’altra luce.
Così volgi indietro il capo e cerchi altrove
e ancora altrove
quel corpo tanto desiderato invano.

  1. giuliana scrive:

    Quando la poesia non si limita a toccare le tue corde, ma ti scava dentro, ti fa rivivere emozioni, sentimenti, quando oltre che nell’animo la senti nel corpo e ti chiedi se qualcuno ti ha letto nel profondo e ha scritto quei versi per te, allora quella è davvero POESIA. La sua universalità la consacra tale.
    Ogni plauso, caro Marcello, mi sembra superfluo.
    Grazie

  2. paola pdr scrive:

    Scriveva Pavese che l’amore è un anestetico per affrontare la vita. Qui, l’eros in qualità di “convivente” o “vicino di casa” dell’amore, rappresenta un desiderio di abbandonarsi a qualche cosa di salvifico e profondo, purtroppo disatteso.
    La vita è spesso un elenco di attese, disattese a voler essere pessimisti o un corollario di esperienze più o meno felici che ci fanno crescere, a volerci trovare un senso più felice.
    Restano infine come ricordo le sensazioni ed emozioni anche indelebili che non comandiamo e ci permettono a volte di tesserle in poesia.

    • paola pdr scrive:

      Chi sei ora?
      E’ una domanda a cui non saprei rispondere tanto facilmente.
      Tanta vita vissuta fin qui mescola carte e priorità in un incessante groviglio di situazioni diverse personali e non e cosi si consuma il nostro tempo.
      L’amore poi, mi piacerebbe tanto capire dell’amore che pensano le persone non più giovani.
      E’ facile parlare dell’amore nella verde età.
      Anche quello, l’amore di cui ci si riempie la bocca e il cuore per tanti anni, negli anni più belli, che fine ha fatto?
      Come è cambiato con il tempo?
      E quello che dovremmo maturare per gli altri?
      E’ mai partito quel treno di intenzioni per dare qualche cosa agli altri?
      Sono tornata su questa poesia dopo due anni dall’ultimo commento e mi sentivo di lasciarti un segno del mio passaggio – da parte mia, rileggerti è sempre un piacere.

  3. gabriella scrive:

    La ricerca vana di una dimensione affettiva che riempia la vita, ma che è irraggiungibile: l’uomo è incapace di tenerezza, l’amore per un’altra donna sembra carente e fa desiderare di nuovo l’unione con un uomo. Forse il poeta ci vuole dire che il sentimento amoroso è pura illusione, che ” di su di giù li mena” lasciando sempre insoddisfatti.
    Poesia amara, vista dalla parte della donna, che è spinta a cercare il suo completamento.

  4. antonio sereno scrive:

    TEMA ARDUO: SAFFO O L’ UOMO E LA CLAVA?
    L’ AMORE COME VITA O ILLUSIONE? NON SO
    DIRE ALTRO. MARCELLO SEI FORMIDABILE E
    MI RICORDI PLATONE: CHI E’ IN SE TOCCA INVANO IL MONDO DEL POETA.
    IN TE ALBERGA IL GENIO………………

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