Blu contro sfera arancione, ideazione grafica Marcello Comitini

Desideri d’immortalità

Correre nel cielo
disperdendoci tra cumuli di cenere
annegare in cunicoli invasi dall’acqua
dove fu tanto fuoco
scendere nel gorgo di distanze
fuggire spazio e tempo della terra
in cui giacciono i nostri morti
dimenticarli.
Siamo di questi luoghi apparteniamo
agli alberi ai fiumi
agli dei nascosti tra le foglie
che ci hanno visto nascere
inorriditi del nostro vivere infelici.
Anche se chiusi nella luce delle stanze
o tra pareti spoglie
dove consumiamo i giorni
e gridiamo i nostri silenzi
scorre nel nostro sangue
il succo dei frutti di cui ci siamo nutriti
di cui ancora mordiamo la polpa
distratti
dai nostri desideri d’immortalità.

 

La prima parte della poesia mi è stata suggerita dagli avvenimenti luttuosi di questi giorni (le persone chiuse nell’aereo schiantatosi per mano di un folle; i partecipanti alla crociera a Tunisi uccisi dagli attentatori; i cristiani trucidati per la loro fede) mentre la seconda parte è ispirata al mio amore per la natura che mi lega a tutte le tragedie interiori dell’umanità.

  1. giuliana scrive:

    Ancora una splendida poesia, dolorosa, ma capace di abbracciare l’universo.
    Ogni verso racchiude una pagina di vita, spesso un’intera vita, ma non di una singola persona. E’ la vita del cosmo, di un’umanità alla deriva, in cammino verso il vuoto, “fuggendo spazio e tempo”. E’ un grido silente, una richiesta di aiuto dell’uomo in osmosi con la natura (quel sangue che è linfa e succo di frutti, la nostra carne polpa degli stessi). Prepotente s’affaccia alla mente l’ungarettiano “Un grido e paesaggi”.
    Grazie, non trovo altra parola.

  2. gabriarte scrive:

    ciao Marcello vengo quando ho un pò di tempo per leggere a voce alta le tue belle poesie che sembrano pescate nel tuo bellissimo e profondo mare siciliano sembrano state custodite per tanti anni e ora li offre a te perchè tu possa raccontarle. Forse conosce la tua anima? Non ho desideri sull’immortalità e….. improvvisamente mi ritrovo sotto l’albero delle amarene con te, a raccoglierle in silenzio. Ogni frutto, contiene il succo di ciò che noi non riusciamo a dire con le parole. Rosse come il sangue,figlie della stessa madre , sono pronte per essere raccolte dalle nostre mani e messe in un’unica cesta.Ho mangiato la marmellata di amarene e il succo, aspro e rosso mi ha raccontato di te e siamo stati ancora insieme.Ora l’albero dorme, ma sà ,che quando i suoi frutti saranno maturi,io sarò li con le tue mani a raccoglierle ciao Re L’ho scritta per mio fratello e per tutti i fratelli che sono con me ciao scusa se mi sono permessa e grazie

  3. paola pdr scrive:

    La complessità umana si manifesta a volte con connotati anche distruttivi e contrari a qualsiasi logica.
    Mi piace l’inorridito sguardo di questa “conca naturale” che hai umanizzato, per farci capire quanta distanza si produca tra la vita, che la natura ben rappresenta e le nostre istanze disarmoniche.

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