Beatrice Borroni, Medusa, 2012

Medusa

Empie la mente il viscido
soffio di serpi avviluppate
alla matassa spugnosa dei pensieri
che inaridiscono i miei giorni.

A specchio dei miei occhi
nel sorriso
l’ombra del tuo passato vedi,
nel mio sguardo vedi
il sogno malizioso d’un amore.

Sulle mie labbra sfiori
l ’oscura compattezza della mandorla
e dai miei baci bevi l’acqua
che stagna nelle crepe.

Resta del sangue
una sbiadita traccia.

Perché gli occhi il tuo cuore
hanno mutato in pietra
fredda nel punto in cui la vena
ha toccato il mio sguardo.

E nelle mani mie rimane
- una a ghermire l’altra a donare -
l’incolmabile vuoto del mio enigma
che luce sparge e dolore.

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