Oh, vergine silenziosa ancora dove la mia ragione non arriva, peregrina su sassi aguzzi
Dalla finestra sul paesaggio in lontananza ponti fiumi le città che abbiamo visitato. Tento d’immaginare te che torni …
Lungo i viali freddi come vene senza sangue della città sepolta dal silenzio gli alberi lasciano cadere sul nero dell’asfalto…
Cammino nel cuore della città e della notte tra lacrime sparse in alto da Dio più in basso disposte dal disordine umano…
In questa città stipata di uomini e di auto
che ingolfano le strade e ci spingono contro i muri
c’è spazio per le mie mani e i tuoi capelli?
Avrei atteso ogni sera i passi
lungo i corridoi oscuri di una vita
che avanza sotto un cielo senza luna?
Non conosco l’Essere che mi parla con voce intensa.
Cerca le mie mani dentro l’acqua mutevole che scorre
mi conduce verso più di ciò che sono…
Guardo con le pupille impenetrabili di un dio questa immensa città che si risveglia al biancore dell’alba…