Oh, vergine silenziosa ancora dove la mia ragione non arriva, peregrina su sassi aguzzi
Questa bellissima giornata di dicembre dopo interminabili piogge ha il tepore della primavera… .
Ho indossato un paio di guanti neri ho afferrato il coltello della luna e con un cerchio al petto ho estratto il mio cuore.
La notte lacerata dai bagliori dei fanali
striscia sulla città si alza alta
avanza silenziosa zoppicando
La luce prigioniera nella stanza
proietta sul soffitto grappoli di foglie
come una finta luna e poche stelle
Avrei voluto parlarti d’amore
quando per strade diverse ci siamo incontrati
per quella strana armonia che ricompone le onde…
È un canto triste e lento, una lunga nenia
che sfinisce il corpo e intorbida la mente
questo viaggio interminabile sul mare…
inspirano espirano le statue
ridono respirano non vedono
la sposa dalle spalle nude…
Sereno e inquieto il volto ho consegnato
alla rovina del tempo. Ho conservato gli occhi
come due fiori bianchi…
Lievemente sfumata dalla cecità del sole,
tu figura lontana come l’alba
mi vieni incontro con la luce soave del tuo corpo…