George Christalis, Serenity,2014

Il volto del presente

Penso al silenzio illuminato dalla luna

Penso alle bocche umide di baci

alle mani che carezzano il volto del presente

come una pesca non ancora colta

o la foglia fugace della felce.

 

Nel mio sguardo si perdono sciami di corolle

e i battiti che ornano il mio polso

profumano del pianto di bambini appena nati.

Il tempo ha infranto le pareti bianche dell’attesa

su cui scorrono i cavalli indomabili degli anni

e i sogni che divorano a brandelli

pezzi di cielo spruzzati di fango.

 

Penso al silenzio illuminato dalla luna

al sole che ormai dorme nella sabbia fredda

alle mani vuote nel rumore della foce

che disperde nel mare le sue acque.

Penso alle dalie appassite

alle piccole febbri nelle vene gelate.

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Quella che segue è una mia traduzione. Se qualcuno esperto di inglese volesse correggerla, ne sarei felice

 

The face of the present

 

I think the moonlit’s silent

I think of the mouths moist kisses

the hands that caress the face of the present

like a peach not yet matured

or the fleeting fern leaf.

 

In my eyes they are lost swarms of corolle

And the beats that adorn my wrist

Smell the crying of newborn babes.

The time has broken the white walls of waiting

On which rivers horses indomitables years

And the dreams that devour shreds

Pieces of sky sprayed with mud.

 

I think the silent moonlit

The sun that now sleeps in the cold sand

The empty noise in the mouth

Dispersing into the sea’s waters.

I think the withered dahlias

Small fevers in the veins frost.

  1. paola pdr scrive:

    (e i sogni che divorano a brandelli
    pezzi di cielo spruzzati di fango)

    E i sogni sanno accomodarsi anche in una tavola lordata dal fango. Che dire. Mi pare ci sia una grande vitalità in questa immagine.
    Penso che la luna fa di nuovo capolino.
    Ma certo, è la solita intrigante.

  2. giuliana sanvitale scrive:

    E’ talmente bella, per le sue immagini quasi liriche, in una danza di musiche e silenzi, di luci lunari soffuse ma presenti, che non occorre, a mio parere, alcun commento. Come sosteneva Ungaretti, la poesia non va spiegata, solo goduta per le emozioni che ci dona.

  3. paola pdr scrive:

    Una poesia non va spiegata diceva anche Pablo Neruda: “Quando la spieghi la poesia diventa banale, meglio di ogni spiegazione è l’esperienza diretta delle emozioni che può svelare la poesia ad un animo predisposto a comprenderla.”
    Significa forse che le emozioni vanno taciute e non condivise? Bene, in un social forse sarebbe meglio condividere. Così ne abbiamo tutti a guadagnare qualche cosa, emotivamente parlando. Poesia è emozione.

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