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Donne Sole nella lettura di Giuliana Sanvitale

Giuliana Sanvitale, autrice di romanzi e di sillogi poetiche più volte premiate,  poetessa di immagini, di colori, di sentimenti, di gioia mai sconfitta, di speranze luccicanti anche in un cielo nero, forse più brillanti quando più è oscuro il cielo, ha voluto esprimere il suo pensiero sulla mia poetica dopo aver letto la mia raccolta di poesie “Donne sole”.
Qualunque mia considerazione su quanto da lei scritto, non potrebbe essere che di affettuosa gratitudine.

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“Il mio sorriso è una farfalla
posata ad occhi chiusi
sulle tue labbra”
( da Donne sole di Marcello Comitini)

È il ritratto di un universo infinito quello costruito, parola su parola, suono su suono, immagine su immagine, da Marcello Comitini, poeta catanese capace di trasformare la realtà quotidiana in sogno, l’illusione in disillusione.
Riferendomi ai suoi versi ho spesso parlato di dualismo per la concisione stilistica e la profondità semantica.
È come trovarsi dinanzi a un baratro, a un abisso che ti porta a scavare nel più profondo dell’animo e al contempo ti senti una figura aerea, eterea che ti spinge a sfiorare le nuvole e a salire su su “a riveder le stelle”.
Realtà e sogno intrecciati, plasmati da quel potente collant che è la metafora, che in Comitini raggiunge sfere altissime perché si trascina dietro secoli di storia e di cultura: fenici, greci, arabi, normanni, spagnoli amalgamati dal calore dell’Etna, dall’azzurro del mare, dal bianco delle case, dall’afrore dei fiori.
E questi elementi si fondono a formare la base su cui si eleva la sua poesia, l’humus in cui affondano le radici i suoi versi che, nella loro modernità, abbracciano la grandezza di Baudelaire, Rimbaud, Pessoa, Prévert.
Poesia universale, potremmo dire, che tuttavia si pregia della propria originalità, di un personale disincanto.
E musica e colore entrano prepotenti fra i versi, ne esaltano la liricità, ne rimarcano le origini e il dispiegarsi.
Una forte carica erotica, mai banale bensì elegante e misurata, serpeggia e sostiene a volte il costrutto.
Uso questo termine perché la poesia del Nostro non nasce “per caso”, ma si avvale di tecnica e strutture, di conoscenza approfondita dei “padri fondatori” e di un incessante “labor limae”.
Poeta di non facile lettura ho asserito altre volte, ma Poeta, nella sua grandezza e nella sua unicità, nella resa di sentimenti ed emozioni, visioni e realtà che non possono che lasciarti estasiata dinanzi alla riflessione di quanto possa essere o diventare “bella” la realtà se a presentarcela con i suoi versi è un vero Poeta.

Giuliana Sanvitale

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