Gustave Caillebotte, Giovane Uomo alla finestra, 1875

Una stanza, una finestra – Impressioni letterarie di Giuliana Sanvitale

Giuliana Sanvitale, autrice di romanzi e di numerose sillogi poetiche, già presente in questo sito con diversi suoi interventi (li trovate nella sezione Recensioni del menu, o più semplicemente QUI, QUI QUI , QUI e QUI), e profonda conoscitrice del mio animo e del mio poetare, ha posto, come titolo di questo suo commento, tre parole che toccano i punti salienti del mio mondo, quello che vive fuori di me e nel contempo si muove all’interno del mio animo, del mio pensiero, del mio modo di essere.

Una stanza fisica e mentale, una finestra ideale e concreta dalla quale osservo il mondo. Non che io non ne faccia parte (sarebbe impensabile) ma tutto ciò che vedo e vivo, lo chiudo in me come una lucciola catturata, lo osservo con attenzione e curiosità, lo scruto, lo trasformo in idee e sentimenti, ricomposti in gran parte in pensieri scritti, che restano miei o che divulgo sulle diverse raccolte di poesia.
Di tutto questo Giuliana se n’è fatta partecipe descrivendo, con toni sapientemente incisivi, il mio ritratto interiore attraverso tre parole, che più che altro definirei “visioni” del mio mondo spirituale e poetico.

Una stanza, una finestra, il mondo fuori
“Torno alla mia anima come il miele”
(dall’omonima poesia di Marcello Comitini in “Donne sole”)

Un’anima in perpetuo frugare, rincorrere e rincorrersi, scavare nei meandri più intimi e a sua volta nascondersi per ritrovarsi con maggior consapevolezza di sé, ricca di sfumature, nuances e suoni non sempre percepiti nel passato.

Forse finalmente amica.

Un’anima che si rintana nella sua “stanza”, nel suo io, e ne fa un’alcova, uno scudo, una difesa dalle meschinità del mondo, dalle brutture che sferzano i vetri della finestra, come rami schiaffeggiati dal vento.

Ma anche da luci che attraggono e catturano quali sirene illusorie con i loro canti e i sussurri, i richiami e le cromie, i fuochi d’artificio che innamorano gli occhi.

Una finestra specchio di ciò che avviene attorno a noi, al di fuori di noi. Un mezzo che ci permette di abbassare lo sguardo e ritrovarci nella realtà con il suo vissuto a volte amaro e disperato, malgrado le promesse e i sogni con cui troppo spesso ci ha allettato.

Il mondo fuori: quello percepito dai più, soprattutto da coloro che non hanno tempo di guardarsi dentro, di trattenersi più a lungo nella “stanza” per conoscere compiutamente se stessi e godere dei tanti doni che corpo e mente ci hanno elargito. Per apprezzare anche le ombre, vederle come soste nel cammino, momenti di riposo dallo scintillio delle luci, dal clangore dei rumori.

Allora pure tutto ciò che si intravvede e percepisce al di là della finestra apparirà naturale, spesso sorprendentemente incantevole. Ammanterà le iniziali paure, non temerà oltremodo le disillusioni, e la memoria renderà dolci i ricordi, lieve il dipanarsi degli anni, luminosa la vetrata da cui l’anima si affaccia sul mondo.

Giuliana Sanvitale

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